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This enchanting “cold greenhouse” is located at the end of the Parque Eduardo VII in Lisbon, Portugal, in a protected and sheltered area of an abandoned former quarry. It occupies the surface of one hectare and a half and was inaugurated in 1933 on the project of the painter and architect Raul Carapinha, then renovated in the 1940s and 1970s with new facilities and a new pond. It is now divided into three different areas: Estufa Fria, Estufa Quente and Estufa Doce.
In the Estufa Fria, meaning “cold greenhouse” there is no heating used to acclimatize the tropical plants. The ideal climate is created by only using a slatted wooden roof and reed screens, so there’s no glass, like in ordinary greenhouses. Plants present are from China, Mexico, Peru, Brazil and the Antilles and are protected both from the cold of winter and from the scorching heat of summer.
The wooden slats filter the direct sunlight, and this shield recreates a picturesque landscape where light and shade follow one another, and where large plants of Ficus elastica, Monstera deliciosa and Dicksonia antarctica welcome us and make us forget that we are in a city.
The tropical leaves of palms, ferns and bamboo, are watered with a rain-style irrigation, which recreates the misty atmosphere of the tropical areas. Walking within this park becomes a sensory experience that is fantastic for both adults and children.
There are also many varieties of rhododendrons, azaleas and camellias, and many are the colorful flowers of plants of Fuchsia arborescens, and Fuchsia corymbiflora, with incredible carpets of Begonia sp. and Ophiopogon sp.
Inside the park the other two areas – Estufa Quente (the Hothouse) and Estufa Doce (the Sweet House) – are instead real glass greenhouses, hosting fine collections of cacti, coffee plants, mango and even banana trees.
The public park of Estufa Fria always has a busy schedule of conferences and temporary art events, when sculptures by artists mingle and beautify the space already spectacular in itself.
Italiano
Questa incantevole “serra fredda” è situata all’estremità del parco Eduardo VII, in una zona protetta e riparata di una ex cava abbandonata; occupa lo spazio di un ettaro e mezzo ed è stata inaugurata nel 1933 su progetto del pittore e architetto Raul Carapinha, rimodernata poi negli anni ’40 e ’70 con nuove strutture e un nuovo laghetto, è ora divisa in tre differenti zone, Estufa Fria, la Estufa Quente e la Estufa Doce.
Estufa Fria, significa “serra fredda” e vuol dire che non viene utilizzato nessun tipo di riscaldamento per acclimatare le piante tropicali, solo attraverso una copertura in legno, quindi non in vetro, come le normali serre; le piante presenti sono originarie della Cina, Messico, Perù, Brasile e delle Antille sono protette sia dal freddo dell’inverno, sia dal caldo torrido dell’estate.
Le doghe in legno filtrano la luce del sole diretto e schermandolo ricreano un paesaggio suggestivo dove luci ed ombre si susseguono, e dove grandi piante di Ficus elastica, Monstera deliciosa e Dicksonia antarctica ci accolgono e ci fanno dimenticare di essere in città.
Le foglie tropicali delle palme, delle felci e dei bambù, vengono annaffiate con un impianto di irrigazione a pioggia, che ricrea il clima delle aree tropicale. Passeggiare all’interno di questo parco diventa un’esperienza sensoriale fantastica sia per grandi che per piccoli.
Non mancano poi molte varietà di rododendri, azalee e camelie, e sono molti i fiori dai colori intensi delle piante di Fuchsia arborescens, Fuchsia corymbiflora e Fuchsia magellanica, con incredibili tappeti di Begonia sp. e di Ophiopogon sp.
All’interno del parco le altre due zone sono l’Estufa Quente e l’Estufa Doce, queste invece sono vere e proprie serre in vetro, dove si trovano bellissime collezioni di cactacee, piante di caffè, mango e addirittura alberi di banane.
Il parco pubblico dell’Estufa Fria ha sempre un fitto calendario di conferenze ed eventi artistici temporanei, dove le sculture di artisti si confondono e abbelliscono lo spazio già spettacolare di per sé.
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